Il Duende. Cos’è?
Duende è una parola che evoca un momento di presenza autentica che si manifesta poeticamente attraverso un’espressione artistica. E’ un’esperienza che oltrepassa i concetti, la memoria e le proiezioni. Attira i testimoni della sua manifestazione come un magnete ed apre il loro spirito così come la luce del sole si insinua in una grotta attraverso una breccia.
Il Duende non può essere afferrato, né appreso, o trasmesso. Non è definibile. Non dipende dalla tecnica né della destrezza degli artisti. Si manifesta spontaneamente, apre il cuore e scompare così come è venuto.
Come invocare il duende?
Rinunciando. Rinunciando all’idea di sé come centro sistematico di ciò che percepiamo. Donandosi completamente, senza riserve, nell’immediato, senza aspettative e senza timore. Aprendo la nostra coscienza allo spazio, qui ed ora, senza riserve, cioè, abbandonando l’attaccamento cieco alla prospettiva dualista delle nostre percezioni ordinarie: io/altro, qui/lì, buono/cattivo, fuori/dentro, mostrare/osservare. Autorizzarsi ad essere ciò che si è, qui ed ora, al di là della speranza o del timore, in tutta libertà e senza forzature. Allenarsi a permettere alla bellezza naturale delle nostre sensazioni di fluire senza ostacoli e senza artifici mentali. Liberare i canali attraverso i quali la nostra esperienza interna invisibile/indicibile può manifestarsi verso l’esterno liberamente. Allenare il nostro corpo ad incanalare sensibilmente questo flusso.
Perché praticare la Danza Duende?
Per sé: per riconoscere e liberare le nostre qualità naturali come esseri umani, per coltivarle, condividerle e per vivere l’amore con poesia. Per abbandonare il timore della libertà.
Per gli altri: per ispirare la nascita/la crescita/la maturazione di una società le cui motivazioni, ispirazione e priorità sono coltivare la dignità, la bontà e l’intelligenza del cuore sotto tutti gli aspetti. Creare gioia e felicità attorno a sé, grazie ad una chiarezza semplice, delicata e forte.
STRUTTURA ESSENZIALE DELLA DANZA DUENDE
Benché impercettibile, impossibile da manipolare, il Duende è sempre latente in ogni situazione. Scoprirlo è come aprire una finestra su un paesaggio infinito: dietro la parete, lo spazio e la luce sono sempre esistiti, ma non li vedevamo.
Se incontriamo spesso il Duende attraverso una disciplina artistica, abbiamo le chiavi per estendere quest’esperienza agli altri aspetti della nostra vita: “Basta vivere come cantiamo, vivere come balliamo, vivere come cuciniamo”. Il Duende ci insegna l’atteggiamento che esso stesso ci richiede. Possiamo vivere il Duende. Possiamo allenarci a vivere con la porta aperta sullo spazio dove il Duende si spiega, lo spazio dove il Duende danza.
Metodi dell’allenamento Duende
Tutti i metodi della scuola mirano soltanto a creare situazioni che ci permettano di lasciare emergere le nostre qualità intrinseche di saggezza e di bontà. Queste qualità sono intuitive, ma la loro manifestazione richiede un senso assoluto di libertà, di attenzione e di sensibilità. Un addestramento continuo ci permette di cambiare le nostre tendenze abituali per collegarci con questa dimensione. Dobbiamo cambiare prospettiva rispetto ai fenomeni mentali dualistici e guadagnare destrezza con il nostro corpo, con la parola e con lo spirito per condividere facilmente questa visione senza aggressione e senza manipolazioni.
Quest’addestramento comprende possibilità infinite di esercizi che si riferiscono alla creazione di situazioni nelle quali una o più delle esperienze seguenti sono messe in atto:
A. LA LIBERTA’: Lo spazio ed il tempo senza ostacoli, qui ed ora. La prospettiva non duale delle nostre percezioni conoscitive.
B. IL RIGORE: l’unione del ritmo e dell’armonia naturali. La salute fondamentale che dà l’energia necessaria per viaggiare sorge dalla vista profonda della natura.
C. LA VIRTU’: le qualità intrinseche creatrici di gioia sono la base ed il risultato naturale della libertà, che è possibile raggiungere grazie alla disciplina. Come i comportamenti tossici generano sofferenza e la sofferenza condiziona l’ignoranza, la virtù non duale nutre una gioia incondizionata, che produce naturalmente ancora più virtù.
Da “Guida alla Danza Duende” di Yumma Mudra (Myriam Szabo)